• Consigli Utili

    Consigli Utili

Un orologio funziona ininterrottamente 24 ore su 24. Quante altre macchine fanno altrettanto per tanti anni di seguito?

Un orologio è dotato di un meccanismo interno composto da numerosi ingranaggi, incessantemente in movimento ed in contatto fra loro.

L’attrito che si genera fra le diverse parti meccaniche è attenuato da specifici olii lubrificanti, che proteggono il meccanismo dall’usura del tempo.

Ma gli olii si degradano. All’inizio creano un effetto frenante, per lo scorrimento delle ruote e, successivamente, aumentando il deterioramento, gli olii tendono ad ossidarsi e a questo punto iniziano i problemi per l’orologio.

Ossidandosi, l’olio, invece di essere un lubrificante, diventa un corrosivo e, se il nostro orologio continua a funzionare, avremo i perni delle ruote che, una volta intaccata la parte lucida, si consumerebbero in maniera irreversibile, costringendoci alla sostituzione dell’ingranaggio usurato.

È per questo motivo che tutti gli orologi hanno bisogno di una revisione almeno ogni 5 anni. E’ il consiglio che ogni fabbricante di orologi suggerisce per il buon funzionamento di movimenti meccanici a carica manuale o automatici.

Tutti i movimenti a carica manuale, devono essere caricati ogni 24 ore. L’orologio funziona per 30 – 35 ore, ma è bene caricarlo ogni giorno per mantenere la costante sul tempo: significa che non devo farlo funzionare con la molla quasi scarica perché, perdendo forza di spinta, il movimento tenderebbe a ritardare. Caricando ogni giorno, manterrò una certa precisione. Le vecchie regole di orologeria, ancora valide, dicevano e dicono che un orologio va caricato sempre alla stessa ora e preferibilmente il mattino, per evitare di perdere una buona parte della carica durante la notte. L’importante comunque è caricarlo fino in fondo, cioè fin quando la corona non girerà più e senza temere di rompere la molla.

Non è corretto contare i giri o peggio ancora fermarsi quando, caricandolo, lo sentiamo diventare forzato. Questo succede perché la molla, avvolgendosi su se stessa, fa una forza contraria.

La molla è un nastro d’acciaio temperato. Il più delle volte la sostituzione delle molle avviene nei cambi di stagione: primavera- estate o autunno- inverno, a causa delle variazioni di temperatura. Molti anni fa sulle garanzie degli orologi, tra i vari consigli d’uso, veniva sempre raccomandato di non lasciare l’orologio su ripiani in marmo. I comodini di quei tempi avevano questo tipo di basamento. L’orologio aveva la temperatura del nostro polso e, essendo il marmo più freddo, appoggiandolo, avrebbe potuto causare la rottura della molla.

L’orologio automatico, invece, non dovendolo caricare, ha la molla che, non essendo mai in massima tensione, raramente si rompe.

E’ un orologio che ha un funzionamento molto condizionato da chi lo porta.

L’automatico è così chiamato perché, al suo interno, un dispositivo oscillante si muove con il movimento del polso. Questo dondolare della massa oscillante fa caricare la molla. Attribuire il funzionamento al battito cardiaco o alla pressione sanguigna non è corretto.

Solo il movimento naturale, che si ha durante la giornata, permette questo tipo di carica. Quindi si deve sapere che: se ho un automatico lo devo portare al polso tutto il giorno e con un movimento sufficiente perché possa caricarsi e creare una riserva di carica che permetterà all’orologio, ponendolo alla sera, di ritrovarlo funzionante il giorno successivo. Non è adatto per quelle persone che, per vari motivi, fanno poco movimento oppure quelle persone che non possono tenerlo per tutto il giorno, semplicemente perché, non caricandosi, non manterrà un funzionamento continuo.

Se si possiede un orologio impermeabile, è bene ricordarsi di alcune regole importanti per non danneggiarlo.

Quando troviamo scritto sul fondo cassa water-resistant 30 mt oppure 3 atm, vuol dire che il nostro orologio ha una cassa con una protezione bassissima, cioè ben protetto per la polvere e la spruzzata di acqua occasionale, come quelle di quando ci si lavano le mani.

La scritta water-resistant 50mt/5 atm indica che abbiamo, rispetto alla precedente, una protezione maggiore e più sicura. Oltre che lavarci le mani, possiamo fare anche la doccia.

Con water- resistant 100mt /10 atm possiamo tranquillamente arrivare al bagno, nuoto e apnea. E’ una protezione molto alta che ci permette, una volta indossato, di tenerlo al polso in qualsiasi situazione ci troviamo, come in piscina, al mare o semplicemente lavandoci le mani.

Da water-resistant 200mt /20 atm in poi (alcune casse di orologio vanno anche oltre), abbiamo un subacqueo, cioè un orologio adatto a tutto, compreso l’immersione con le bombole. Generalmente hanno la corona serrata a vite e, se cronografi, anche i pulsanti saranno serrati a vite.

Queste sono le regole riconosciute da tutte le case produttrici di orologi, a cui dobbiamo attenerci.

Tutto questo è dato da costruzioni particolari: consideriamo il fatto che tenere fuori l’acqua o gli effetti di condensa da un orologio, è la cosa più complicata, ma la più importante. Proteggere il meccanismo dall’ umidità o, peggio ancora, dall’acqua è molto importante per evitare ruggine o danneggiare, anche in modo irreversibile, un orologio.

Per fare ciò, i fabbricanti di casse devono variare la grandezza della cassa stessa, dei vetri e delle guarnizioni, secondo la tenuta di pressione.

La tenuta di pressione, e quindi l’impermebilità, è data principalmente dalle guarnizioni, che si trovano nel fondello, tengono il vetro e lo sigillano, nella corona e nei piulsanti.

Più punti di apertura ha la cassa, più guarnizioni saranno montate nell’orologio.

E’ molto importante controllarle. Si dovrebbe fare questo ogni volta che apriamo una cassa, per esempio al cambio pila, o, in ogni caso, ogni 2 anni al massimo. Il primo segnale dall’allarme l’abbiamo quando sul vetro appare della condensa. Questo ci dice che l’orologio non è più impermeabile, c’è una perdita che va ricercata.

La sola sostituzione delle guarnizioni non è sufficiente, occorre anche fare un test di impermeabilità. Perché? Le guarnizioni della corona, dei pulsanti e a volte quella di alcuni vetri non si vedono, ma anche quella del fondello, pur se ben visibile, una volta chiusa la cassa, non sappiamo se sta lavorando perfettamente, ecco perché indispensabile provare l’impermeabilità.

Il test simula una pressione come se l’orologio fosse a contatto con l’acqua, prima in negativo (vuoto d’aria) e poi in positivo (in pressione d’aria). Lo strumento, molto sensibile, valuta la deformazione della cassa in micron e, di conseguenza, la tenuta di tutte le sue guarnizioni.

A fine test uno “scontrino” viene stampato dall’apparecchio che lo ha eseguito, riportando tutti i valori: la pressione a cui è stato sottoposto, il calcolo della deformazione, la durata del test e l’esito.

Solo dopo tutto questo possiamo considerare l’orologio impermeabile.


Ricordarsi anche che:

  • se l’orologio ha la corona e i pulsanti a vite questi devono essere sempre serrati fino in fondo.
  • se i pulsanti non sono a vite o se abbiamo al polso un digitale, a contatto con l’acqua, i pulsanti non vanno mai usati
  • A contatto con l’acqua non bisogna mai usare i pulsanti del cronografo.
  • i vetri non devono mai essere incrinati, anche solo minimamente e le corone non devono avere malformazioni che siano esternamente evidenti.

Apparecchio con stampante per controllo impermeabilità, è possibile eseguirlo su casse da un minimo di 2 atm fino ad un massimo di 10 atm.

Curiosità

Gli orologi al quarzo, avendo un movimento elettronico, non hanno attriti. Il meccanismo ha bisogno di una revisione solo quando ritarda oppure si ferma, escludendo, a priori, la causa pila.

Sono movimenti che tecnicamente non hanno usura, ma un deterioramento nel circuito. Dopo parecchi anni di funzionamento, l’elettronica può dare dei problemi: funziona, poi si ferma, poi riparte. Ciò avviene perché l’integrato non tiene più in memoria le sue funzioni e, di conseguenza, l’orologio non è più preciso come dovrebbe.

La differenza, rispetto al meccanico, è la precisione. Un orologio al quarzo ha un funzionamento dato da una frequenza, quella del quarzo, che, divisa matematicamente dall’integrato, genera un impulso costante che permette di mantenere una precisione quantificabile a 5/10 secondi al mese.

Nell’orologio al quarzo non capiterà mai, o meglio è una rarità, di anticipare, perchè può solo ritardare, fermandosi o per la pila scarica o per un problema meccanico o elettrico. Può anticipare solo quando l’integrato non divide più correttamente la frequenza e quindi invia un numero elevato di impulsi al motorino pas-pas dell’orologio.

Il problema più importante è dato dalle pile. Le pile devono essere specifiche per orologi, la composizione chimica e la perfetta sigillatura permettono, oltre ad un buon funzionamento, di non avere perdite di acido. Ciò accade quando la pila sostituita è di scarsa qualità o addirittura non è per l’orologeria.

Ricordiamoci anche che, è buona regola non lasciare la pila scarica nel nostro orologio, in quanto potrebbe danneggiare seriamente il meccanismo a seguito della perdita di acido, anche se oggi è abbastanza raro, riferendoci sempre a pile di buona qualità.

Questa foto mostra un movimento al quarzo di produzione Svizzera.

Il tubetto cilindrico orizzontale è il contenitore del cristallo di quarzo, che, eccitato elettricamente, vibra, creando un effetto piezoelettrico, generando così una frequenza pari a 32.768 vibrazioni al secondo.

La macchia nera è l’intergrato (il cervello dell’orologio) che divide la frequenza per 2 alla 15^, generando così un impulso costante al secondo, che, inviato alla bobina, farà fare uno spostamento al motorino pas-pas. Tutto questo in pochi millesimi di secondo.


Questa immagine mostra il movimento meccanico a carica manuale di un orologio da polso da uomo, completamente smontato prima della pulitura.


Nell’immagine successiva il movimento di un orologio da donna con accanto una moneta da € 0,02, per meglio mostrare la differenza di grandezza. Tutto ciò che si vede smontato, riguardante l’orologio da uomo, lo si trova anche nel piccolo movimento da donna.




A sinistra il movimento di un orologio da polso da uomo. I cinque punti rossi sono i così detti rubini: è li dentro che, oltre a girare il perno della ruota, si trova la lubrificazione. A destra il movimento di un orologio meccanico da donna. Già visto nella foto che paragona i componenti di un movimento da uomo e con accanto la monetina da € 0,02.



Movimento meccanico a carica automatica calibro ETA 2892-A2 con bilanciere in glucydur, antiurto incabloc e frequenza di 28800 a\h.

Questo è un bilanciere particolare, montato su orologi di marca. Monta una spirale inventata da Breguet e ancora oggi utilizzata, che porta il nome del suo inventore.

E’ giusto tener presente che, nella maggior parte di orologi meccanici, i bilancieri sono con spirale piana.

L’oscillazione del bilanciere viene quantificata in alternanze/ora. Vuol dire, semplicemente, quante volte in un’ora va avanti e indietro. Il bilanciere ruota su se stesso con una amplitudine che varia da 250° a 300° e questa oscillazione è data in maniera elastica dalla spirale, che è il cuore dell’orologio.

Ci sono diversi tipi di frequenze, che variano a seconda della progettazione del movimento. Se si ha al polso un orologio meccanico, pensate a quanto lavoro vengono sottoposti il bilanciere e tutte le ruote: le alternanze, che vedete scritte sotto, sono il numero di volte che il bilanciere oscilla in un’ora 18000 - 19800 - 21600 – 28800 - 36000.